Sono tornata dall’Università. Nel senso che ho lasciato da
un po’ di tempo l’appartamento.
“Mi mancano pochi esami”-dicevo.
“Sono soldi
buttati fuori dalla finestra, visto che non vado più a lezione”-DICEVO.
Dopo
poco tempo mi sono però vista inglobare dalle paranoie del liceo.
1)In appartamento l’intera casa era il mio
armadio, nulla veniva ripiegato, nessun letto veniva rifatto e nessuno mi
faceva sentire in colpa per questo. Massimo rigore negli spazi comuni e prese
di posizione ferree nel tenere puliti cucina, bagno, salotto non appartenevano invece
al mondo della camera singola.
Un mondo fatto di caos. Di estrema pigrizia.
A casa con i miei, in particolare con mia
madre, una maglia non piegata e riposta all’interno del proprio cassetto può
generare una tragedia greca di smisurate proporzioni. Un infinito elenco di
“Vergognati!” mi viene rigettato addosso come fossi la persona peggiore del
peggior quartiere di Caracas o il pusillanime personaggio secondario di una
favola di scarsa qualità.
2)Il Sabato sera in una città universitaria
è il Mercoledì. Non è un giorno feriale! Il Giovedì mattina non ci sono impegni
perché il Giovedì è Domenica. Gli studenti partono dall’aperitivo e poi fan
tardi, nessuno si sorprende se non sei a cena a casa il Mercoledì, anzi è
abbastanza, se non molto vergognoso, starsene a studiare in quel giorno. Ecco … alla casa natia … se esci il Mercoledì
il massimo che ti puoi permettere è un film con gli amici, e non
fraintendetemi, non dico ciò con rammarico: j’adore le serate-film. Il
problema, se venite da un “paesotto” come il mio è che vi fa tristezza la
mancanza di alternative. Cioè “guardiamo un film” non è più una scelta e il
“torna presto” (anche se è Mercoledì) diventa obbligo!!!
3)Inoltre pare che per i genitori, almeno
per i miei, l’alzarsi presto sia sinonimo di persona valevole. Credetemi, io
invidio in modo smisurato chi è mattiniero. Non c’è al mondo fortuna migliore
di quella. Nessuno vi guarda storto se andate a letto presto, ma la gente vi
giudica sconsideratamente se vi svegliate alle 9. E ciò è incontestabile se si ha
un lavoro: nel qual caso va fornita una prestazione come da contratto e
timbrato un cartellino. Ma io me medesima, sono una mediocre studentessa, la
mia prestazione lavorativa può durare un’intera giornata, io non devo arrivare
in ufficio alle 8 e uscire alle 17.30, posso cominciare a studiare alle 10 e
finire alle 20! Vorrei poter godere di questo mio vantaggio senza sentirmi una
merda se alle 6.30 non sono in piedi perché presto questo vantaggio svanirà nel
nulla e sarò anch’io mattiniera e anch’io degna di dire la mia! E potrò godermi
lunghe Domeniche mattina e non Giovedì a poltrire tra le lenzuola pagate con i
miei soldi, odoranti di lavoro e proficui Giovedì mattina che non sono
Domeniche.
-Lato positivo: lo sprone che con tutto ciò mamma
e papà mi stanno fornendo per arrivare alla tanto agognata laurea. Grazie!-
Zevianna
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