FIDATI DI NOI!

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giovedì 15 maggio 2014

E' la musica che ha emancipato le donne?

Mi trovo a pensare alla connessione che vi è tra emancipazione femminile e musica.
Siamo passate, con tanto di tumultuosi movimenti di protesta, dal non poter dire la propria nemmeno nel privato all'affermare i nostri diritti in ogni ambito della società. Abbiamo ottenuto la parificazione dei nostri diritti a quelli degli uomini da un punto di vista lavorativo ma soprattutto umano. E anche la musica ha fatto lo stesso assieme a noi.

L'ha fatto con qualche pioniera che, con coraggio, ha aperto a tutte la strada. Mi viene in mente Nina Simone, la potenza e sfrontatezza della sua voce usata per difendere i propri diritti civili. Come non citare poi Janis Joplin, voce manifesto della rivoluzione sociale. E poi non fare un salto anche in Italia. Quando Mina con “Ancora ancora ancora”, Mia Martini con “Minuetto” e la Rettore con “Kobra”, non si vergognavano di mettere al centro della propria arte il sesso, argomento da sempre tabù sulla bocca di una donna. Le prime due bramando mani sul proprio corpo e accettando in modo rassegnato di essere oggetto sessuale dell'uomo amato. La seconda, invece, non prendendo troppo sul serio l'argomento, anzi, facendone oggetto di puro scandalo leggero. 

Dopo Madonna che nel 1984 parlava delle sensazioni di una vergine alludendo a quanto lei non lo fosse, PJ Harvey nel '93 con “Rid of me” calcava le scene urlando agli uomini “Lick my legs, I'm on fire”. Una richiesta sfrontata e rude, ma sincera...non fatta certo per guadagnare un quarto d'ora di gloria o delle banali visualizzazioni su You-tube come le più recenti “donne emancipate”, quali l'aliena Lady Gaga o la poco più che bambina Miley Cyrus. 

Nel contempo anche la figura estetica della donna ha subito un cambiamento, che l'ha fatta uscire dai canoni di bellezza convenzionali. Gruppi quali gli Skunk Anansie, vendevano infatti milioni di dischi con una frontwoman che non si vergognava di mostrare la testa rasata e un comportamento decisamente mascolino. Fino ad arrivare a Beth Ditto, cantante dei Gossip, che nonostante l'evidente sovrappeso può permettersi, oltre che di avere una voce e una carica eccezionali, una propria linea di abbigliamento.

Fuori dai canoni anche Bjork con strepitose mises ed esibizioni live in un misto di genio e follia. Degli anni 2000 richiamano la mia attenzione soprattutto Kaki King e St. Vincent invece. La prima, con il suo grande talento, si è inserita in modo brillante in un settore prima completamente maschile, quello dei virtuosi della chitarra. Anche St.Vincent ha fatto della chitarra distorta e della commistione tra romanticismo ed eccentricità le fondamenta della sua arte.

Potrei continuare all'infinito questo elenco. Perché infinite sono le influenze femminili che hanno rivoluzionato il volto della donna e della musica tradizionalmente intese.

Siamo forti, siamo brave e la musica (in particolare il Rock) ci ha salvate.

Zevianna

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