Mi trovo a pensare alla
connessione che vi è tra emancipazione femminile e musica.
Siamo passate, con tanto di
tumultuosi movimenti di protesta, dal non poter dire la propria nemmeno nel privato all'affermare
i nostri diritti in ogni ambito della società. Abbiamo ottenuto la parificazione dei nostri diritti
a quelli degli uomini da un punto di vista lavorativo ma soprattutto umano. E anche la musica ha fatto
lo stesso assieme a noi.
L'ha fatto con qualche pioniera che, con coraggio, ha aperto a tutte la strada.
Mi viene in mente Nina Simone, la potenza e sfrontatezza della sua voce usata per difendere i
propri diritti civili. Come non citare poi Janis Joplin, voce manifesto della rivoluzione sociale. E poi non fare un salto anche in Italia. Quando Mina con “Ancora ancora ancora”, Mia Martini con
“Minuetto” e la Rettore con “Kobra”, non si vergognavano di mettere al centro della propria
arte il sesso, argomento da sempre tabù sulla bocca di una donna. Le prime due bramando mani sul
proprio corpo e accettando in modo rassegnato di essere oggetto sessuale dell'uomo amato. La
seconda, invece, non prendendo troppo sul serio l'argomento, anzi, facendone oggetto di puro
scandalo leggero.
Dopo Madonna che nel 1984 parlava delle sensazioni di una vergine alludendo a quanto
lei non lo fosse, PJ Harvey nel '93 con “Rid of me” calcava le scene urlando agli uomini “Lick
my legs, I'm on fire”. Una richiesta sfrontata e rude, ma sincera...non fatta certo per
guadagnare un quarto d'ora di gloria o delle banali visualizzazioni su You-tube come le più recenti
“donne emancipate”, quali l'aliena Lady Gaga o la poco più che bambina Miley Cyrus.
Nel contempo
anche la figura estetica della donna ha subito un cambiamento, che l'ha fatta
uscire dai canoni di bellezza convenzionali. Gruppi quali gli Skunk Anansie, vendevano infatti
milioni di dischi con una frontwoman che non si vergognava di mostrare la testa rasata e un
comportamento decisamente mascolino. Fino ad arrivare a Beth Ditto, cantante dei Gossip, che nonostante
l'evidente sovrappeso può permettersi, oltre che di avere una voce e una carica eccezionali, una propria
linea di abbigliamento.
Fuori dai canoni anche Bjork con strepitose mises ed esibizioni live in un misto di genio e follia. Degli anni 2000 richiamano la mia
attenzione soprattutto Kaki King e St. Vincent invece. La prima, con il suo grande talento, si è
inserita in modo brillante in un settore prima completamente maschile, quello dei virtuosi
della chitarra. Anche St.Vincent ha fatto della chitarra distorta e della commistione tra romanticismo ed
eccentricità le fondamenta della sua arte.
Potrei continuare all'infinito
questo elenco. Perché infinite sono le influenze femminili che hanno rivoluzionato il volto della
donna e della musica tradizionalmente intese.
Siamo forti, siamo brave e la musica (in particolare
il Rock) ci ha salvate.
Zevianna
Nessun commento :
Posta un commento