Cominciamo un viaggio all’interno delle qualità del toast.
Mi
piacerebbe debuttare con una poesiola in suo onore:
“Il toast è un pasto allettante:
un po’ di prosciutto tra due fette di pan fragrante.
Con esse il formaggio pian piano si scioglie nel calore,
creando un trionfo inimmaginabile di sapore.
Puoi aggiungerci poi la maionese,
il toast saprà rassicurarti e non farti brutte
sorprese!”
Quando accendo su DMAX e vedo lo scempio orgiastico di cibo
a caso che ci propina da anni "Man vs. Food"-tipo un panino con dentro qualsiasi
taglio di carne (sotto culo di struzzo/femore di pecora/cuoio capelluto di
cavallo), farcito di tre diversi tipi di formaggio, otto tipologie di salse,
dell’altezza di un grattacielo e buono da solo a slogarti la mandibola con un morso-mi vien da vomitare. Quello non è mangiare, è invitare il diabete ad essere il tuo
migliore amico. Deve essere bellissimo, tra l’altro, ricoprire carne buonissima
con un miscuglio talmente variegato di nefandezze da creare un gusto probabilmente
simile alle feci (non le ho mai mangiate, ma il presentatore del programma
penso di si).
Io sono affezionata alla tradizione più semplice, al “non mi
sporco le mani”: prendo del pan carré, ci piazzo all’interno un po’ di
prosciutto e formaggio, richiudo e tosto. Vi segnalo come unica difficoltà il
capire sin dalla tenera età qual è la cottura del toast che più vi piace: appena
scaldato, mediamente o abbrustolimento … la cosa non è trascurabile.
In caso non lo sapeste, vi informo inoltre che in commercio
esistono i “salva-toast”, una piacevole e non scontata invenzione che vi permetterà
di rendere il tutto ancora più amabile. Si tratta di
sacchetti, lavabili e riutilizzabili, nei quali infilare il vostro toast per
poi inserirlo nel vostro scalda panini ed evitare di inzozzare tutto con chili
di formaggio filante. Li ho utilizzati, funzionano, vorrei averli brevettati
io.
Buon Pranzo, non cuochi!
Zevianna

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