FIDATI DI NOI!

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mercoledì 4 giugno 2014

Cazzate su Facebook e vita privata tra voi e voi please!

Quando torno a casa la sera, o meglio la notte, di solito guardo il cielo. A volte è stellato, a volte poco si vede se non nuvole. Trovo, nell’osservare qualcosa di sconfinato come la notte che ci sovrasta, un sapore consolatorio ad ogni sconfitta e un significato ad ogni vittoria.

Quando quella cosa che doveva succedere non ha avuto luogo, se una stella ammiccandomi brilla lassù capisco che poco vale abbattersi, perderci tempo sopra con stupide e insulse lacrime pensando al destino avverso.
E se invece finalmente quel qualcosa che speravo  potesse un giorno accadermi è realmente accaduto: un’occhiata lassù mi ridimensiona sempre, mi fa tenere i piedi incollati a terra, per non illudermi troppo delle gioie e permettermi di goderle nell’attimo in cui si avverano.

Nel mentre immagino che le persone a cui tengo lo facciano a loro volta, che volgano lo sguardo in alto quando lo faccio anch'io e respiro a pieni polmoni, assaporo l’istante, lo inglobo in me facendolo diventare un neo sulla mia pelle.
Se penso a quale sia il momento in cui mi piace di più vivere, quel momento è lì, nascosto in quei venti passi che distanziano il garage dalla mia casa, camminati con il naso in su, quando nessuno mi vede e ho più consapevolezza di chi sono. Mi considero una realista, e ciò che mette romanticismo nella mia vita, scombussolandone il cinico realismo, si racchiude sempre in quel tratto di cortile.

Mi fa molto ridere (per non piangere) guardare sui social network la gente che mette in bella mostra la propria vita; immortalando ciò che dovrebbe essere intimo; mettendo alla mercé del pettegolezzo ciò che fa soffrire; o non proteggendo il bello che gli succede dagli estranei. La domanda sorge spontanea: perché si deve così stupidamente piazzare la propria esistenza sullo schermo di un pc?Mi sono da poco data una risposta: le persone che lo fanno non hanno quel momento. Manca loro la piccola e propria abitudine di interrogarsi dentro, di analizzare ciò che gli succede. Questo non per forza guardando il cielo alle due di notte; ma anche rigirandosi nel letto o durante una pedalata in solitaria. Se solo lo avessero non avrebbero poi bisogno del parere di un altro(un commento sotto ad uno status) o del suo apprezzamento (un like ad una foto) sulle vicende private della vita per nobilitarle.

Facebook, Twitter e compagnia bella hanno reso arida la persona moderna stolta, così “sfigatamente” legata al giudizio altrui, al compiacere chi poi in realtà, sotto a quel “mi piace”, se ne sbatte profondamente. Consiglio spassionato: scrivete cazzate che non hanno la pretesa di stupire sul vostro profilo e non tirate giù citazioni a caso di dubbia originalità da mettere sopra alla foto del vostro pancione da donna incinta.


Zevianna 

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