È l’11 Settembre, sono passati tredici anni ormai
dall’evento che sconvolse l’America … che ridusse a meno di zero le certezze
del mondo occidentale … che ci fece fare per la prima volta i conti con il
terrorismo di massa … varie e innumerevoli sono le formule utilizzate per
descrivere tale data. L’11/09/2001 è un giorno di morte massiva seguita in
diretta; e non durante un film americano doppiato. New York è la scenografia che accompagna il 99,9% delle
pellicole d’azione; città virtualmente distrutta da innumerevoli truppe di ufo
e finti alieni; nonché destinazione naturale di grappoli di meteoriti
trivellate da Bruce Willis. C’è una macabra ironia in tutto questo, un perfetto
connubio tra premonizione generale e poca fantasia forse.
Quando è successo ero una tredicenne con il telecomando in
mano e la programmazione non forniva novità: tutti gli occhi erano puntati su
quel simbolo in acciaio che collassava su se stesso. Cosa dire se non chiamare
ogni parente per farglielo sapere? Tutti i miei, meno uno, stavano già
guardando le stesse immagini. Mio papà invece, da meno di una settimana nel
reparto di rianimazione di Borgo Trento, quello stesso giorno affrontava un
intervento di poche speranze; mentre quelle tremila persone erano solo annoiate/indaffarate/in
pausa caffè sul posto di lavoro o prendevano felicemente un aereo inconsapevoli
dell’incredibile destino che gli si profilava davanti. Mio papà è vivo, loro
no. Lui e i “pochi” che morirono sul colpo negli attentati hanno in comune l’aver
vissuto quelle ore nella completa inconsapevolezza del loro impatto epocale. Quante
persone possono dire lo stesso? Solo chi nella stessa data ha vissuto tragedie
personali in grado di offuscare tutto ciò che vi satellitava attorno. Alla loro
inconsapevolezza si contrappone l’annebbiata confusione di chi ha vissuto fino
al crollo incastrato tra fuoco e scale, di chi era lì per aiutare altri, di chi
telefonava con voce rotta mentre precipitava in volo, di chi si è suicidato non
vedendo altra via. Ma la condizione che maggiormente mi rattrista per l’umanità
(concetto che andrebbe grandemente rivalutato come sinonimo e rima baciata di
crudeltà) è la condizione psicologica che accompagnava gli attentatori: cioè,
al contrario, completa e lucida consapevolezza. Pieno e ponderato credo di
prendere giusto posto tra i giusti con tale atto di nera umanità rappresentata da
nero fumo. C’è chi in quella nube ha visto distintamente i tratti somatici del
diavolo, perché è più facile forse dare alle tragedie un significato più grande
ed incomprensibile, volto quasi a giustificarle. La verità è che era solo nero
che si è levato in alto nel cielo per settimane, che ha ricoperto palazzi e
strade, che si è nocivamente depositato nei polmoni di chi ha respirato quell’aria
diventando futura malattia.
E poi vi sono le innumerevoli teorie del complotto le quali
si susseguono come detonazioni una dietro l’altra su ogni piano, così simili a bombe
precedentemente posizionate a tale scopo. La verità è che per noi ci si può
solo rifare all’ufficialità, accettarla pensando che la reale ufficiosità non
potrebbe non venire prima o poi a galla e rendersi infine conto che il terrore
resta. Perché la paura è un virus che una volta installato nei sistemi
operativi delle nostre coscienze non se ne va nemmeno smascherandone la fonte
certa.
All’udito restano un sinistro boato, tante grida, le sirene,
l’acciaio squarciato e la sua rovinosa caduta.
Alla vista un’ombra, la sorpresa e lo sgomento delle
espressioni, le febbrili corse di paramedici e vigili del fuoco, più di cento
piani che precipitano al suolo e il nero inframmezzato da detriti e fogli
bianchi.
Alcuni numeri rimangono impressi sulle calcolatrici: 2.974
vittime (2603 sulle torri, 125 al pentagono,246 sugli aerei),più di 90 i paesi
di appartenenza, 19 dirottatori, la
torre Sud crolla alle 9.59 dopo un incendio di 56 minuti, la torre Nord alle
10.28 dopo un incendio di 102 minuti, più di 7000 gli agenti speciali dell’FBI
coinvolti nelle indagini, 541 metri d’altezza la Freedom Tower (o One World
Trade Center) del New World Trade Center.
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| New World Trade Center |
Zevianna


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